Corsi: “Mi indaghino, verrò scagionato.”

Non ho ricevuto avvisi di garanzia. L’ho saputo dalla stampa di essere di nuovo al centro dell’inchiesta. E comunque sono contento che si indaghi ancora, almeno mi si toglierà per sempre da questa storia. E potrà finalmente chiudersi questo problema”. Il problema è l’accusa di aver fatto parte del commando che da Roma arrivò a Milano, il 18 marzo del 1978, con l’ordine di uccidere Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci. Lei era a Milano quando furono uccisi Fausto e Iaio. È la prima domanda che faccio a Mario Corsi, senza un punto interrogativo ma leggendo le dichiarazioni di Paolo Bianchi, uno dei più importanti esponenti di Ordine Nuovo passato a collaborare con i magistrati.
Paolo Bianchi e anche altri pentiti dei Nar l’hanno indicata come autore del duplice omicidio
Ho fatto un confronto con tutti quelli che mi hanno accusato. Dicono di aver saputo, di aver sentito. Evidentemente non sono stati creduti”.
Paolo Bianchi dichiara di avere saputo da lei. Dice di aver raccolto le sue di confidenze. Che fu lei a dire di aver partecipato all’agguato e di essersi appoggiato, a Milano, a casa di una sua parente
Non è così. E se ci sarà qualcosa di nuovo risponderò chiaramente”.
Paolo Bianchi, per la cronaca, non è un pentito qualsiasi. Fu fermato a bordo di una Porsche insieme a Rossano Cochis, braccio destro di Renato Vallanzasca. Era il 1977. Decide di collaborare con i magistrati e fa arrestare Pierluigi Concutelli, il killer del giudice Vittorio Occorsio, e tutta la banda della Comasina. Lo ricordo a Mario Corsi, durante la nostra telefonata, mentre la linea continua a cadere – o uno dei due a riagganciare. “Con Paolo Bianchi ho già fatto un confronto. L’ho fatto con tutti quelli che mi hanno accusato. Non ero a Milano nel marzo del 1978”.
Perché aveva le foto di Fausto e Iaio e quella dei loro funerali?
Mio zio lavorava all’Ansa e aveva le foto di diverse situazioni. Anche quella di Pierluigi Concutelli. Le foto erano a casa mia ma questo non significa niente”.
Mi dice di non aver mai conosciuto Franco Anselmi e di non aver mai frequentato Massimo Carminati “il mio gruppo era quello di Prati e negli anni ‘70 Massimo era altrove. Prima di incontrarlo in corso Francia, dove abito, non lo avevo mai visto né sentito”.
Lei è stato anche accusato dell’omicidio di Valerio Verbano, lo studente di 19 anni freddato sotto gli occhi dei genitori il 22 febbraio del 1980, a Roma. Omicidio rimasto irrisolto…
Non ho mai ricevuto comunicazioni giudiziarie per la morte di Valerio Verbano”.
Valerio Verbano, così come Fausto e Iaio, avrebbe redatto un dossier, con nomi e fotografie dei militanti dei Nar peraltro legati a un traffico di stupefacenti.
Noi di destra non facevamo uso di droghe. Il traffico era da un’altra parte”.
Eppure illustri Nar furono condannati a Milano in un procedimento per banda armata, traffico d’armi ed esplosivi con finalità di terrorismo insieme a un trafficante di droga, Johann Hirsch (Sentenza di condanna emessa dal tribunale di Milano nel 1984 – nr. 390/81F). Un caso, un tassello. Che in storie complicate come quelle di Valerio Verbano e Fausto e Iaio, va considerato.

Author: Raffaella Fanelli

Giornalista, ha scritto per numerose testate, tra le quali la Repubblica, Sette - Corriere della Sera, Panorama, Oggi, e altrettante trasmissioni televisive, da Quarto grado a Verissimo a Chi l’ha visto? Ha realizzato interviste a Salvatore Riina, Angelo Provenzano, Vincenzo Vinciguerra, Valerio Fioravanti, Franco Freda. Nel 2018 pubblica "La verità del Freddo" (Chiarelettere), il libro intervista a Maurizio Abbatino, fondatore con Franco Giuseppucci della Banda della Magliana. Nel 2019 una sua inchiesta giornalistica permette alla procura di Roma di riaprire le indagini sull’omicidio del giornalista Mino Pecorelli e, nel 2020, dà alle stampe, con Ponte alle Grazie, "La strage continua. La vera storia dell’omicidio di Mino Pecorelli". Nel 2022 pubblica con Emons e il Fatto Quotidiano “OP”, il podcast sul delitto del giornalista. Del 2023 è "Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?" (Ponte alle Grazie).

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